segno del 18 dicembre 2010

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mercoledì 22 ottobre 2014

Salmo 71 (72) Il potere regale del Messia

Guardo il mondo e non posso non piangere!
Ti prego Maria Stella della Speranza
fà che io possa restare ancorata
alle promesse di giustizia di Dio.
Nel salmo mio Signore pongo la mia speranza:

Salmo 71 (72)  Il potere regale del Messia
  
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;

egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.

Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero
e abbatta l'oppressore.

Ti faccia durare quanto il sole,
come la luna, di generazione in generazione.

Scenda come pioggia sull'erba,
come acqua che irrora la terra.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.

E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

A lui si pieghino le tribù del deserto,
mordano la polvere i suoi nemici.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi;
i re di Saba e di Seba offrano doni.

Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.

Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Li riscatti dalla violenza e dal sopruso,
sia prezioso ai suoi occhi il loro sangue.

Viva e gli sia dato oro di Arabia,
si preghi sempre per lui,
sia benedetto ogni giorno.

Abbondi il frumento nel paese,
ondeggi sulle cime dei monti;
il suo frutto fiorisca come il Libano,
la sua messe come l'erba dei campi.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

Benedetto il Signore, Dio d'Israele:
egli solo compie meraviglie.

E benedetto il suo nome glorioso per sempre:
della sua gloria sia piena tutta la terra.
Amen, amen.

venerdì 17 ottobre 2014

Poesia "SPERANZA" di Giancarlo Bordignon

Noi devoti di Maria Stella della Speranza siamo infinitamente riconoscenti al poeta e scrittore
Giancarlo Bordignon 
per averci regalato questa stupenda poesia in onore di Maria Stella della Speranza.GRAZIE!

Speranza!
pane quotidiano alla vita dell'uomo
sostegno presente che viene da un
"passato di fiducia",
 in un avvenire
sempre migliore meno travagliato; ma quanto fragile è questa "VIRTU'del BEN SENTIRE"!
allor che
sfortuna disgrazie inconvenienti
contrattempi,
sembrano convenire
questo uomo
che da sè, e solo, imporsi si trova.....
.....per sopravvivere!
E la morte ( suicidio talor)
diventano, come "invocazione di fine"
d'una "vita disperata".......
ma, tu che mi leggi, ben sai che,
quell'unico"PADRE ETERNO",
"SIGNORE ONNIPOTENTE",
una "speranza infallibile"ci diede:
una STELLA (COMETA SICURA), che
tutti, tutti, ci porta anzi ci guida!
per mari tempestosi ad un
PORTO di
ogni pace, di ogni bene, di ogni conforto:
proprio come una mamma! Che,
il "figlio disorientato"
per mano conducesse:
Maria Santissima  (sua, tua madre)
.... con il Suo Cuore Immacolato.
                                Giancarlo Bordignon

mercoledì 15 ottobre 2014

 Ecco l'udienza di Papa Francesco di oggi per noi devoti di Maria Stella della Speranza è un grande incoraggiamento. Grazie Gesù:

PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 15 ottobre 2014
 
La Chiesa - 9. La Chiesa sposa aspetta il suo sposo
Cari fratelli e sorelle, buongiorno.
Durante questo tempo abbiamo parlato della Chiesa, della nostra santa madre Chiesa gerarchica, il popolo di Dio in cammino. Oggi vogliamo domandarci: alla fine, che cosa sarà del popolo di Dio? Che cosa sarà di ciascuno di noi? Che cosa dobbiamo attenderci? L’apostolo Paolo rincuorava i cristiani della comunità di Tessalonica, che si ponevano queste stesse domande, e dopo la sua argomentazione dicevano queste parole che sono tra le più belle del Nuovo Testamento: «E così per sempre saremo con il Signore!» (1Ts 4,17). Sono parole semplici, ma con una densità di speranza tanto grande! È emblematico come nel libro dell’Apocalisse Giovanni, riprendendo l’intuizione dei Profeti, descriva la dimensione ultima, definitiva, nei termini della «Gerusalemme nuova, che scende dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo» (Ap 21,2). Ecco quello che ci attende! Ed ecco, allora, chi è la Chiesa: è il popolo di Dio che segue il Signore Gesù e che si prepara giorno dopo giorno all’incontro con lui, come una sposa con il suo sposo. E non è solo un modo di dire: saranno delle vere e proprie nozze! Sì, perché Cristo, facendosi uomo come noi e facendo di tutti noi una cosa sola con lui, con la sua morte e la sua risurrezione, ci ha davvero sposato e ha fatto di noi come popolo la sua sposa. E questo non è altro che il compimento del disegno di comunione e di amore tessuto da Dio nel corso di tutta la storia, la storia del popolo di Dio e anche la storia propria di ognuno di noi. E’ il Signore che porta avanti questo.
C’è un altro elemento, però, che ci conforta ulteriormente e che ci apre il cuore: Giovanni ci dice che nella Chiesa, sposa di Cristo, si rende visibile la «Gerusalemme nuova». Questo significa che la Chiesa, oltre che sposa, è chiamata a diventare città, simbolo per eccellenza della convivenza e della relazionalità umana. Che bello, allora, poter già contemplare, secondo un’altra immagine quanto mai suggestiva dell’Apocalisse, tutte le genti e tutti i popoli radunati insieme in questa città, come in una tenda, «la tenda di Dio» (cfr Ap 21,3)! E in questa cornice gloriosa non ci saranno più isolamenti, prevaricazioni e distinzioni di alcun genere — di natura sociale, etnica o religiosa — ma saremo tutti una cosa sola in Cristo.
Al cospetto di questo scenario inaudito e meraviglioso, il nostro cuore non può non sentirsi confermato in modo forte nella speranza. Vedete, la speranza cristiana non è semplicemente un desiderio, un auspicio, non è ottimismo: per un cristiano, la speranza è attesa, attesa fervente, appassionata del compimento ultimo e definitivo di un mistero, il mistero dell’amore di Dio, nel quale siamo rinati e già viviamo. Ed è attesa di qualcuno che sta per arrivare: è il Cristo Signore che si fa sempre più vicino a noi, giorno dopo giorno, e che viene a introdurci finalmente nella pienezza della sua comunione e della sua pace. La Chiesa ha allora il compito di mantenere accesa e ben visibile la lampada della speranza, perché possa continuare a risplendere come segno sicuro di salvezza e possa illuminare a tutta l’umanità il sentiero che porta all’incontro con il volto misericordioso di Dio.
Cari fratelli e sorelle, ecco allora che cosa aspettiamo: che Gesù ritorni! La Chiesa sposa aspetta il suo sposo! Dobbiamo chiederci però, con molta sincerità: siamo davvero testimoni luminosi e credibili di questa attesa, di questa speranza? Le nostre comunità vivono ancora nel segno della presenza del Signore Gesù e nell’attesa calorosa della sua venuta, oppure appaiono stanche, intorpidìte, sotto il peso della fatica e della rassegnazione? Corriamo anche noi il rischio di esaurire l’olio della fede, e l’olio della gioia? Stiamo attenti!
Invochiamo la Vergine Maria, madre della speranza e regina del cielo, perché ci mantenga sempre in un atteggiamento di ascolto e di attesa, così da poter essere già ora permeati dell’amore di Cristo e aver parte un giorno alla gioia senza fine, nella piena comunione di Dio e non dimenticatevi, mai dimenticare: «E così per sempre saremo con il Signore!» (1Ts 4,17).